Sull’altopiano di Giza, la maestosa Piramide di Chefren continua ad affascinare gli appassionati di storia e a stimolare dibattiti accademici e ipotesi alternative [1]. Tra le teorie più recenti e discusse, spiccano le affermazioni di Corrado Malanga, ex docente universitario, che grazie all’utilizzo della tecnologia SAR sostiene di aver individuato strutture sconosciute nel sottosuolo della piramide.
Corrado Malanga e la sua Interpretazione Alternativa della Piramide di Chefren
Per comprendere le affermazioni di Malanga, è utile conoscere il suo background. Pur essendo stato un docente di chimica organica, Malanga è noto per le sue ricerche in ufologia e abduction, sviluppando nel tempo una visione orientata alla coscienza e alla fisica quantistica in chiave esoterica. Questa prospettiva lo ha portato a estendere le sue teorie anche al mondo dell’antico Egitto, dove la Piramide di Chefren assume un significato ben diverso da quello funerario tradizionalmente accettato.


La Presunta Scoperta di Strutture Sotterranee sotto la Piramide di Chefren
Al centro delle affermazioni di Malanga vi è l’impiego del SAR (Synthetic Aperture Radar), una tecnologia avanzata utilizzata in vari campi tra cui l’archeologia. Secondo Malanga, l’analisi dei dati SAR avrebbe rivelato “anomalie geometriche” sotto la Piramide di Chefren, interpretate come strutture sotterranee di origine sconosciuta e potenzialmente sede di tecnologie avanzate o “non terrestri”. Tuttavia, è fondamentale sottolineare che le prove a supporto di questa scoperta non sono state pubblicate in modo trasparente e non sono state sottoposte a revisione paritaria.
L’Assenza di Metodo Scientifico nelle Affermazioni su Chefren
Un punto cruciale nella valutazione delle teorie di Malanga riguarda la mancanza di un rigoroso metodo scientifico. La scienza richiede che ogni scoperta sia documentabile, ripetibile e verificabile. Nel caso delle presunte scoperte sotto la Piramide di Chefren, mancano la condivisione dei dati, la descrizione dettagliata del metodo utilizzato e la validazione da parte di altri esperti. Nel mondo accademico, l’analisi SAR richiede competenze multidisciplinari e la validazione sul campo attraverso sopralluoghi e scavi. Senza queste verifiche, le “anomalie” rilevate potrebbero essere il risultato di artefatti tecnici o interpretazioni soggettive.


La Visione Accademica sulla Funzione della Piramide di Chefren
L’egittologia tradizionale attribuisce la costruzione della Piramide di Chefren al faraone omonimo, figlio di Cheope, intorno al 2520 a.C.. La sua struttura segue lo schema architettonico delle grandi piramidi, con una base quadrata e una camera sepolcrale interna. Contrariamente a teorie alternative, l’assenza del corpo del faraone non è considerata un mistero insoluto, dato che le piramidi furono spesso oggetto di saccheggi fin dall’antichità. Le ricerche archeologiche e geofisiche condotte da istituzioni autorevoli non hanno mai rilevato strutture anomale sotto la Piramide di Chefren diverse dalle cavità naturali già note.
Teorie Alternative e la Suggestione del Mistero Archeologico
Le teorie che ipotizzano una costruzione delle piramidi con l’ausilio di civiltà extraterrestri o che le interpretano come strumenti tecnologici avanzati hanno una lunga storia. La visione di Malanga, che vede la Piramide di Chefren come una “macchina di coscienza” o un “portale quantico”, si inserisce in questo filone di interpretazioni esoteriche del passato. Tuttavia, queste idee non trovano alcun fondamento nei testi egizi o nelle evidenze archeologiche, che descrivono un universo simbolico e religioso profondamente diverso.